Francesco Baccanelli, Antiporte, frontespizi, ritratti incisi. Artisti attivi a Bergamo tra Cinquecento e Settecento al servizio del libro, 2020, pp. 176, € 12,00.
In risposta al crescente interesse per le incisioni di destinazione libraria, il volume prende in considerazione gli artisti che nel territorio di Bergamo, tra l’età della Controriforma e il tardo Settecento, hanno collaborato con il mondo dell’editoria disegnando e incidendo antiporte, frontespizi, ritratti e illustrazioni.Ci si sofferma sulle incisioni più significative, diverse delle quali mai prese in considerazione finora, prestando attenzione sia alla loro dimensione artistica sia al contesto nel quale hanno visto la luce.
Il percorso prende avvio con una riscoperta della figura e della produzione del miniatore Giovan Fortunato Lolmo e con una presentazione delle incisioni ospitate nei libri stampati da Comino Ventura, il padre dell’editoria bergamasca. Proseguendo, ci si confronta con un gruppo di incisioni ispirate alla poetica barocca, con gli apparati illustrativi dei testi di Donato Calvi e con l’attività incisoria di Giacomo Cotta. La parte dedicata al Settecento, infine, oltre a prendere in considerazione alcuni interessanti ritratti incisi poco studiati, offre nuovi numeri ai cataloghi di Giovan Battista Cesareni e Bartolomeo Nazzari, e propone una rilettura dei lavori eseguiti da Vincenzo Angelo Orelli per l’editoria bergamasca.
Eleonora Gamba, «In inclita Venetiarum civitate». Editori e tipografi bergamaschi a Venezia dal XV al XVI secolo, 2019,
pp. 578, € 15,00.
Tra Quattro e Cinquecento Venezia, capitale in-discussa della stampa, attira a sé da ogni angolo d’Europa tipografi, editori e librai, artisti e inve-stitori pronti a scommettere sulla nuova ars arti-ficialiter scribendi. Tra questi, anche dieci giovani bergamaschi che, lasciata la terra d’origine, intra-prendono con alterne fortune l’attività tipografi-ca o editoriale. Partendo dalle centinaia di edi-zioni che realizzarono in pochi decenni, il libro ripercorre le vicende di questi prototipografi e getta luce sulla fitta rete di relazioni professionali e personali alla base di ogni pubblicazione antica. Nella seconda parte il volume reca un contributo straordinario alla conoscenza dell’editoria quat-trocentesca con la pubblicazione degli Annali degli stampatori bergamaschi a Venezia.
Lucia Dell’Asta, Pietro del Brolo, la famiglia, i libri. Il breve recordationis per la basilica alessandrina (Bergamo, XII secolo), 2017, pp. 106, € 10,00.
La storiografia locale ha offerto di Pietro del Brolo, preposito dell’antica Cattedrale di Sant’Alessandro, solo scarne e sparse notizie: gli estremi cronologici della sua attività (1125-1136), la paternità del breve recordationis – l’elenco di libri e arredi liturgici acquisiti per la Cattedrale, punto di partenza della presente ricerca – e, di regola, la menzione del più celebre fratello Mosè, autore del Pergaminus, poemetto in lode della città di Bergamo. Poco si sapeva sulla formazione, la personalità, la carriera e l’opera di Pietro al vertice del capitolo alessandrino; e nulla, soprattutto sulla sua famiglia, nonostante i del Brolo fossero esponenti di spicco della società bergamasca. Lo stesso Pietro, che pure è il meno noto dei due fratelli, fu una figura chiave per la storia di Bergamo nella prima metà del XII secolo. Il volume contribuisce a una maggiore conoscenza della famiglia del Brolo – forse de Briolo – ricostruendo nel contempo gli interessi culturali e la vicenda umana di Pietro: un’immedesimazione totale con la propria chiesa sembra essere la cifra essenziale dell’esperienza del preposito, che portò a difendere i diritti del capitolo alessandrino anche contro il vescovo Ambrogio III Mozzi.
Giulia Francesca Zani, La libreria Piatti. Storia rocambolesca di una preziosa raccolta bergamasca, 2016, pp. 122, € 10,00.
La Biblioteca Civica Angelo Mai conserva al suo interno una varietà di fondi, spesso raccolte librarie o intere biblioteche, appartenute a bibliofili, ecclesiastici, studiosi, frutto di volta in volta di acquisti, lasciti testamentari, donazioni. All’interno del prezioso Fondo Locatelli – acquistato dalla Biblioteca nel 1958 e corrispondente alla biblioteca di Giuseppe Locatelli, monsignore ed ex bibliotecario – si possono rintracciare delle provenienze ulteriori: oltre al timbro ovale “Fondo mons. Giuseppe Locatelli”, non è inconsueto trovare l’Ex libris della contessa Antonia Suardi Ponti, ma anche note di provenienza da conventi bergamaschi. Sono proprio questi segni di possesso che aiutano a ricostruire la storia delle raccolte librarie, storia che, come in questo caso, può essere davvero curiosa. L’autrice ricompone le vicende di questo fondo, a partire dai volumi della cosiddetta Raccolta Piatti: i fratelli Francesco e Faustino Piatti, secondo la vulgata, prelevarono dalle biblioteche dei conventi bergamaschi numerosi volumi al fine si sottrarli alle soppressioni napoleoniche. La collezione riapparve un secolo dopo, nel 1893, quando, in ambito bresciano, venne allestita un’asta di libri corredata da apposito catalogo. La collezione libraria fu acquistata all’asta dalla contessa Antonia Suardi Ponti e, alla sua morte, da mons. Giuseppe Locatelli, che la lasciò per via testamentaria all’Ente Comunale di Assistenza. La Biblioteca Civica ne divenne proprietaria solo negli anni Cinquanta del secolo scorso.