Fabio Gatti, Un ciceroniano nella Controriforma. Giovanni Pelliccioli e i classici greci e latini, 2020, pp. 361, € 20,00.
Sacerdote in stretto contatto con i vescovi che si succedettero a Bergamo tra Cinque e Seicento, nonché umanista a cui gli esponenti del più alto patriziato veneziano affidarono la formazione retorica e filosofica dei figli, Giovanni Pelliccioli riassume in sé molti tratti tipici dei più dotti ecclesiastici dell’epoca, che rilanciarono l’importanza degli studi umanistici basati sugli autori greci e latini: rifacendosi all’autorità di classici (Aristotele e Cicerone su tutti) da tempo integrati nella dottrina cristiana, Pelliccioli fu promotore del processo di rinnovamento culturale e morale che la Chiesa stava sollecitando sulla spinta del Concilio di Trento. Il suo pensiero si riflette in una variegata produzione letteraria, interamente in latino e pubblicata da Comino Ventura. La figura e l’opera di Pelliccioli, che il volume sottopone per la prima volta ad approfondita indagine, vengono riscattate dall’ingiusto oblio a cui sono andate incontro nei secoli, divenendo sintesi esemplare di un’intera stagione storica, in bilico tra Umanesimo e Controriforma.
Andrea Zonca, Le mie comunità medievali. Uomini, terre, edifici e istituzioni del Bergamasco dall’alto medioevo all’età comunale, 2019, pp. 560. Esaurito.
Il volume raccoglie una trentina di saggi di Andrea Zonca, storico, paleografo ed archivista, socio di Archivio Bergamasco dal 1982 e poi presidente dal 1987 al 1996. Nella scelta dei saggi da inserire in volume, operata tra una ricca bibliografia composta da più di settanta titoli, testimonianza di un prezioso lascito intellettuale per la storiografia medievale bergamasca, si è data priorità agli inediti e a quei saggi che, se pure editi, per essere apparsi in sedi editoriali pressoché sconosciute o su testate di non facile reperibilità, non hanno goduto della meritata attenzione. Si è anche voluto offrire ai lettori una selezione che fosse rappresentativa dei multiformi interes-si storiografici di Zonca, nonché della loro varia tipologia e destinazione. I saggi sono pubblicati secondo l’ordine cronologico dei temi svolti. Si configura così un volume in cui lavori di diversa provenienza si dispon-gono come capitoli di una lunga ricerca, che dalla romanizzazione del territorio berga-masco, passando per l’età longobarda e carolingia giunge sino alla nascita dei Comuni con l’emancipazione dai poteri signorili delle popolazioni rurali. Ne risulta un originale e per molti versi inedito affresco del Medioe-vo a Bergamo, frutto di studi rigorosamente condotti sulle fonti. Il volume è corredato di cinque Indici: nomi di persona, nomi di luogo, istituzioni, soggetti, fonti.
Jörg Jarnut, Bergamo 568-1098. Storia istituzionale, sociale ed economica di una città lombarda nell’alto medioevo, trad. di Gianluca Piccinini, 1981, pp. 350. Esaurito.
Ducato longobardo dal 568 e Contea carolingia a partire dal 774, Bergamo è da VII al IX secolo uno dei più importanti centri della vita politica e religiosa dell’Italia Settentrionale.Ma a seguito della crisi del Regno, sopravvenuta dopo la morte di Ludovico II nell’875 e causata dalle continue lotte dei diversi “re nazionali” per il predominio in Italia, si assiste anche a Bergamo da una parte alla lenta perdita del potere dei conti e dei loro funzionari a favore del vescovo, divenuto ormai il vero signore della civitas, e dall’altra al conseguente svilupparsi di un “particolarismo politico” che cresce nel vuoto lasciato dal potere centrale.Si diffonde così un sistema non più fondato sull’esercizio di una pubblica funzione, ma su diritti personali che i singoli hanno in quanto inquadrati in un sistema di rapporti feudali. Nel X secolo i continui attacchi degli Ungari, che minacciano costantemente la città e il territorio, spingono i grandi proprietari fondiari a costruire dei castelli, castra, sia come luoghi di difesa, sia come mezzi e centri per estendere il loro dominio sulle terre e gli uomini che vi lavorano, facendone veri e propri centri amministrativi, giurisdizionali ed economici del territorio.Anche il vescovo, con la costruzione di nuove mura, fortifica la città ed esercita il potere coadiuvato dalle famiglie nobili e dai cives più potenti. Saranno proprio questi, quando la lotta per le investiture colpirà il vescovo di Bergamo Arnolfo, a subentrargli, senza troppi sconvolgimenti, nell’esercizio effettivo del potere, dando vita al Comune. L’autore, con un’analisi minuziosa dei documenti fino ad oggi mai così sistematicamente condotta, ci offre un quadro vivace della storia di Bergamo in quel periodo: un mondo presentato nelle sue diverse componenti istituzionali ed esplorato nelle sue basi economiche e configurazioni sociali.La ricchezza della documentazione, non solo bergamasca, qui considerata, e la vasta bibliografia discussa, permettono all’autore di collocare le vicende altomedievali di Bergamo nel corso più vasto, italiano ed europeo, dei processi storici di quel periodo, così da coglierne analogie e peculiarità.