L’associazione Centro studi e ricerche Archivio Bergamasco (AB) è fondata in Bergamo il 27 novembre 1979 con atto del notaio Carlo Leidi (1930-1998). Fondatori sono alcuni giovani studiosi, animati dalla volontà e dal gusto di conoscere momenti, periodi, aspetti, persone della storia di Bergamo basandosi su di un obbligato e rigoroso studio delle fonti. I componenti del gruppo fondatore, Paolo Berlanda, Paolo Borella, Giulio Orazio Bravi, Roberto Galati, Giorgio Mangini, Susanna Pesenti, Gianluca Piccinini, Giuseppe Tognon, provengono in prevalenza, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, da studi di filosofia e della storia del pensiero. Ciò li stimola ad interessarsi di questioni metodologiche e cognitive proprie della ricerca storica locale: con la conseguenza, avvertita l’insufficienza di una storia locale puramente aneddotica e compilativa quando non addirittura inutilmente retorica, di porsi l’obiettivo di ricercare e di scoprire nei fatti documentati le ragioni dei mutamenti e delle persistenze, delle analogie e delle differenze, anche delle peculiarità, col confronto dialettico, condotto sempre su documenti, testi e bibliografia, tra realtà locale e svolgimenti storici generali.
L’attività di AB prende avvio con la pubblicazione nel 1980 del volume di Jörg Jarnut, libero docente all’Università di Bonn, Bergamo 568-1098. Storia istituzionale, sociale ed economica di una città lombarda nell’alto medioevo (edizione originale Wiesbaden 1979), traduzione dal tedesco del socio Gianluca Piccinini (1954-2012). La presentazione del volume si tiene in una affollatissima Sala dell’Archivio di Stato di Bergamo, allora in via Torquato Tasso 84, ex convento di Santo Spirito, il 28 febbraio 1981, con l’intervento dell’Autore e del prof. Cinzio Violante (1921-2001), medievista di fama internazionale, professore all’Università di Pisa. La manifestazione offre l’occasione per rendere pubblica l’avvenuta costituzione del Centro studi, di cui il presidente Giuseppe Tognon, prima di dare la parola agli illustri ospiti, espone finalità e programmi.
Il volume di Jarnut, ricco di novità storiografiche, originale per metodo d’indagine e per ampiezza delle fonti studiate, stimola la ripresa degli studi bergamaschi medievali. Serve pure, fatto non trascurabile nella storia di AB, ad avvicinare alcuni giovanissimi cultori di storia medievale al Centro studi, tra questi l’indimenticabile Andrea Zonca (1964-2016), che diverrà il 25 febbraio 1989 presidente di AB succedendo a Giuseppe Tognon.
All’edizione del volume di Jarnut segue nel 1981 il primo numero della rivista «Archivio Storico Bergamasco. Rassegna semestrale di storia e cultura», destinata alla pubblicazione di saggi, edizione di fonti, inventari d’archivio, discussioni, recensioni, segnalazioni bibliografiche. Direttore scientifico Giulio Orazio Bravi; direttore responsabile Susanna Pesenti, giovane giornalista a «L’Eco di Bergamo». Dal 1981 al 1985 la rivista è edita direttamente dalla associazione, grazie al sostegno finanziario dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia. Dal numero 9 (1985), monografico, avente per titolo Editoria e impegno civile: l’incontro di Arcangelo Ghisleri e Paolo Gaffuri, e sino al n. 22 (1992) è edita da Pierluigi Lubrina (1945-2011), editore colto e generoso, che ha il merito di sostenere la rivista in un momento difficile per le economie di AB. Non uscita negli anni 1993-1994, ricompare nel 1995 in un nuovo formato e con rinnovata veste grafica presso le Edizioni Junior di Bergamo. Della nuova serie escono solo tre numeri, tutti nel 1995. Nel 2007, con la presidenza di Cesare Giampietro Fenili, AB dà vita a una nuova pubblicazione periodica, con cadenza annuale, «Quaderni di Archivio Bergamasco».
Dalla fondazione ad oggi l’associazione ha avuto diverse sedi. La prima, dal 1979 al 1987, in Archivio di Stato, grazie all’ospitalità concessa dal direttore Mario De Grazia (1930-1987), cremasco, che con atti concreti aiuta ai suoi esordi il Centro studi, di cui apprezza lo spirito e le proposte culturali. Cresciuta l’attività sociale e dovendo disporre di maggiore spazio da gestire in piena autonomia, nel 1987 AB trova sede in via Antonio Locatelli 62, due salette con bagno e terrazzino, presi in locazione dal signor Antonio Fasolini. Nell’agosto 1997 si trasferisce in Bergamo Alta alla Rocca, Piazzale Brigata Legnano16, in uno spazioso e suggestivo ambiente messo gentilmente a disposizione da Mauro Gelfi (1962-2010), direttore del Museo storico della Città, oggi Museo delle storie di Bergamo. Dal febbraio 1999 al dicembre 2014 ha sede nella Biblioteca Civica Angelo Mai, per interessamento dell’allora direttore e socio fondatore Giulio Orazio Bravi. Sia alla Rocca sia nella Biblioteca Civica, la concessione della sede è regolata con apposita convenzione col Comune di Bergamo, in base alla quale AB si impegna a fornire ai due Istituti prestazioni volontarie nel promuovere la valorizzazione e la conoscenza del patrimonio civico e nel collaborare all’organizzazione di eventi culturali. Dal 13 maggio 2016, lasciata Bergamo Alta, l’associazione ha sede in una saletta al piano terreno del Palazzo della Provincia, in via Torquato Tasso 8, con autorizzazione del Presidente Matteo Rossi.
Numerose le iniziative promosse in autonomia e in collaborazione con altri enti e associazioni: monografie storiche, edizioni di fonti, inventari d’archivio, tavole rotonde, convegni, conferenze, corsi di archivistica, corsi didattici per docenti e allievi. Si può averne notizia consultando l’inventario dell’archivio di AB. Tra le monografie dedicate alla storia medievale e moderna di comunità bergamasche da ricordare Mozzo, Gandino, Ciserano, Almè, Berzo San Fermo, Casazza, Costa di Mezzate, Olera nel Comune di Alzano Lombardo, queste ultime due rimaste inedite, di cui tuttavia si possono consultare note preparatorie, abbozzi e saggi già pronti per la stampa nel già citato archivio di AB, sotto la serie “Progetti di ricerca”. Per impulso dell’assessore alla cultura, Carlo Passerini Tosi (1916-1991), sincero estimatore del lavoro di AB, l’associazione organizza negli anni 1987-1990, in collaborazione col Comune di Bergamo, il ciclo di incontri Bergamo: Terra di San Marco, che riscuote un notevole successo di pubblico, e le cui conferenze vengono raccolte in quattro volumetti, anch’essi curati da AB, a costituire la collana “Bergamo: Terra di San Marco. Quaderni di studi, fonti e bibliografia”, edita dall’Assessorato alla Cultura.
Tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta alcuni soci, diplomati in Archivistica o che hanno acquisito con la frequentazione di corsi universitari o regionali competenze nel lavoro archivistico, sono incaricati da alcune amministrazioni comunali dell’inventariazione dell’archivio o della conduzione di ricerche storiche sulle loro comunità. In un primo momento tali lavori, che favoriscono la crescita complessiva del sodalizio con la divulgazione tra i soci di nuove conoscenze sulle fonti storiche locali, sono espletati con l’intermediazione del Centro studi. In seguito, onde non mescolare le prestazioni volontarie che sino ad allora hanno caratterizzato l’attività di AB con prestazioni professionali che esigono giustamente d’essere retribuite, alcuni soci archivisti fondano nei primi mesi del 1992 la Cooperativa Archimedia, mentre altri preferiscono mettersi in proprio. Per alcuni anni Centro studi e Cooperativa condividono la sede di via Antonio Locatelli 62, con la Cooperativa che dal gennaio 1992 si accolla il pagamento dell’affitto.
Il numero dei soci non ha mai superato le quaranta unità. Nel corso del tempo, come in tutte le associazioni che si reggono sul volontariato, vi è stato un forte avvicendamento nella componente associativa, nuovi soci sono stati cooptati, altri se ne sono andati. Lo statuto del 1979 è stato più volte aggiornato per adeguarlo a nuove esigenze organizzative. Sono rimasti sempre immutati alcuni principî: l’aggregazione dei soci per cooptazione, la promozione di ricerche in ambito storico e culturale; la valorizzazione dei fondi archivistici e delle raccolte bibliografiche pertinenti alla storia di Bergamo e del suo territorio; la divulgazione della storia locale con conferenze, convegni e pubblicazioni.
Con l’intendimento di perseguire tali finalità, il Centro nel 1990, con la presidenza di Andrea Zonca, promuove nell’Aula Magna del Liceo Clasico Paolo Sarpi Seminari di studio (15 marzo-24 maggio) destinati alla presentazione di inedite ricerche condotte sia da soci di AB che da studiosi esterni. Il primo seminario si tiene il 15 marzo 1990 con la relazione di Andrea Zonca: L’archivio e il potere. Riflessioni intorno al “Rotulum Episcopatus Bergomi” del 1258. Tra la fine del 1993 e i primi mesi del 1994, nella Sala conferenze dell’Archivio di Stato è organizzato in collaborazione con Archimedia un ciclo di incontri denominato Bergamo nella storia: società ambiente cultura. Rassegna annuale di incontri. Contrariamente alle iniziali intenzioni e a quanto promette il titolo, a questa prima rassegna non ne seguono altre. Solo nella primavera del 2000, con la presidenza di Sergio Del Bello – la sede di AB trasferita nel frattempo in Biblioteca Civica Angelo Mai – si inizia a tenere con continuità cicli di seminari, che dalla V edizione 2002-2003 hanno per titolo Fonti e temi di storia locale. Negli ultimi anni sede fissa è lo Spazio Viterbi della Provincia in via Tasso 8. Dal 2013 il ciclo annuale dei seminari è inaugurato agli inizi di novembre con un convegno di studi.
Oltre all’organizzazione dei seminari, rientra nelle attività ordinarie di AB la gestione di due borse di studio annuali per giovani ricercatori: Borsa di studio avv. Alessandro Cicolari (Storia di Bergamo e del Bergamasco, con tema a scelta), istituita nel 2008 dagli Eredi dell’avvocato, rinomato giuslavorista e persona di raffinata cultura; e Premio Guglielmo Savoldelli (Storia della stampa, del libro, delle biblioteche, del collezionismo librario, delle cartiere), istituita nel 2014 da Gianmaria Savoldelli per onorare la memoria del padre Guglielmo. I lavori presentati dai borsisti, se ritenuti degni di stampa, vengono editi da AB nelle collane intitolate alle due borse. Tra i giovani ricercatori e il Centro studi nasce spesso un proficuo rapporto, preludio all’ingresso degli stessi in AB come soci, quanto mai necessario per quel ricambio generazionale che è garanzia di continuità degli studi, di rinnovato entusiasmo, di nuove idee.
Rientra pure nell’attività ordinaria di AB la partecipazione dal 1996 al programma culturale Incontri Tra/Montani, che ha lo scopo di sviluppare una rete di relazioni fra gruppi operanti nelle Alpi italiane, svizzere, austriache, francesi, per una reciproca conoscenza, scambio di idee e progetti, e che mette capo ogni anno all’organizzazione di un convegno, in località sempre diversa, su un tema storico-culturale, ma sempre con riflessi sull’attualità, inerente al mondo della montagna. Dal 2008 AB aderisce pure al progetto didattico Officina dello storico, che propone a docenti e allievi laboratori didattici condotti su documenti conservati nell’archivio storico dell’ente caritatevole e assistenziale della Misericordia Maggiore fondato a Bergamo nel 1265.
Negli ultimi dieci anni, con le presidenze di Rodolfo Vittori e di Matteo Rabaglio, l’attività editoriale di AB si è notevolmente ampliata, con l’edizione degli atti dei convegni dal 2014, dei contributi della Borsa di studio avv. Alessandro Cicolari dal 2011, dei contributi del Premio Guglielmo Savoldelli dal 2016, delle Strenne di AB dal 2016, e con la recente ripresa, nel 2019, della Collana di studi e fonti. Nel 2019, in occasione del 40° di fondazione, l’associazione ha pubblicato il Catalogo completo di tutte le edizioni, periodiche e monografiche, realizzate dal 1980 al 2019, con breve sintesi del contenuto di ogni titolo.
Sin dai primi anni di attività, AB ha formato una biblioteca con pubblicazioni di storia locale pervenute in dono da enti pubblici, istituti di ricerca, fondazioni, associazioni, soprattutto di area lombarda, veneta ed emiliana, e grazie allo scambio della rivista «Archivio Storico Bergamasco» con riviste di istituti analoghi. La biblioteca è stata donata nel 2014 al Museo storico della Città, non potendo disporre AB di idonei spazi per la sua conservazione e non potendo garantire un adeguato servizio di consultazione.
Il 5 dicembre 2019 l’assemblea dei soci ha approvato il nuovo statuto, per adeguare l’attività sociale alle nuove norme legislative che regolano gli Enti del Terzo Settore. Abolito l’istituto della cooptazione, il nuovo statuto consente a tutte le persone fisiche e agli enti che condividono le finalità di AB di diventarne socio. Si può aderire sia col proposito di recare un contributo personale alla ricerca storica in uno spirito di confronto e di collaborazione con gli altri soci ricercatori; sia col proposito di sostenere le attività del Centro, di cui si apprezza lo studio del patrimonio culturale, la divulgazione delle conoscenze, lo spirito civico.
La storia di AB è anche purtroppo segnata da gravi lutti per la scomparsa prematura di carissimi amici. Nel 2010 ci ha lasciati Mauro Gelfi, studioso della società e dell’industrializzazione del Bergamasco nell’Ottocento, socio di AB negli anni Ottanta e Novanta; nel 2012 Gianluca Piccinini, studioso di filosofia e germanista, tra i fondatori di AB, traduttore nel 1980 del volume di Jörg Jarnut sull’alto medioevo; nel 2016 Andrea Zonca, presidente dell’associazione dal 1989 al 1996, stimato studioso delle comunità medievali: nel febbraio 2019 AB ha pubblicato un’antologia di suoi saggi dal titolo «Le mie comunità medievali». Uomini, terre, edifici e istituzioni del bergamasco dall’alto medioevo all’età comunale); nel 2017 è mancato il socio Paolo Oscar, ricercatore che ha rinnovato lo studio topografico del territorio bergmasco con l’applicazione delle nuove tecnologie informatiche.
Bergamo, 31 agosto 2020
Bergamo, Sala dell’Archivio di Stato, 28 febbraio 1981: il presidente Giuseppe Tognon introduce la presentazione del volume di Jörg Jarnut; alla sua sinistra Cinzio Violante, alla destra Jörg Jarnut; in prima fila, il secondo seduto, da sinistra, Mario De Grazia, direttore dell’Archivio di Stato (Fotografia dal «Giornale di Bergamo»).