Cesare Giampietro Fenili, Al servizio dell’infanzia fragile. L’Istituto Angelo Custode di Predore 1961-2013, 2023, pp. 252
L’Istituto Angelo Custode di Predore nasce nel 1961 per volontà di monsignor Marco Farina e dell’Opera Diocesana Assistenza di Bergamo, con l’intento di accogliere, educare e istruire i bambini con problemi di apprendimento per dare loro una formazione civile e religiosa che potesse favorirne il reinserimento nella società, grazie anche alle Piccole Apostole della Scuola Cristiana guidate da Giuseppina Gambirasio. La storia di questa istituzione si inserisce nel solco della migliore tradizione caritativa della diocesi di Bergamo sin dal lontano XVI secolo a vantaggio dei bambini orfani e più in generale delle situazioni di abbandono ed emarginazione (Girolamo Emiliani, don Regolo Belotti, don Luigi Palazzolo, don Carlo Botta, Elisabetta Cerioli, don Antonio Crippa, don Bepo Vavassori, don Fausto Resmini). La pubblicazione consegna alla memoria collettiva le vicende, poco conosciute, di un Istituto che, nell’arco di sessant’anni, ha accolto, curato e formato migliaia di bambini in condizioni di svantaggio e fragilità. Al tempo stesso vuole essere anche un doveroso omaggio a quanti si sono dedicati e si dedicano alla realizzazione delle finalità dell’Angelo Custode di Predore e anche a tutti coloro che in esso sono stati e sono accolti.
Fabio Gatti, Pietas ad omnia utilis. Orfanotrofi e istituti educativi nella storia di Bergamo, 2022, p. 428
Ripercorrere le vicende degli istituti significa aprire uno squarcio sulla mentalità delle varie epoche, sui principi che le animano e le indirizzano, in particolare nella cura dell’infanzia e della gioventù disagiata. In un periodo storico in cui ci si erge spesso a censori del passato, magari senza comprenderlo o addirittura senza conoscerlo, calarsi nel vissuto quotidiano dei giovani e dei loro educatori permette di ‘toccare con mano’ gli assilli, i problemi, i contrasti, le regole che per secoli hanno accompagnato la non semplice gestione dei luoghi pii. Ci sono le istituzioni, certo, ma anche la vita che vi scorre all’interno, frammentata in tante vite che si assomigliano eppure si differenziano. Rispolverare vecchie carte non è un puro esercizio da tavolino: tra le righe si soffre per l’orfano maltrattato da un rettore troppo manesco, si gioisce per il successo professionale di un compagno più fortunato, si partecipa con apprensione alla combinazione di un matrimonio di una ricoverata, ci si interroga sull’effettiva spontaneità della monacazione di una coetanea.