Bortolo Belotti, I Personaggi, dramma in 3 atti, a cura di Matteo Rabaglio e Ivano Sonzogni, 2024, pp. 128
Avvocato stimato, protagonista della vita politica e culturale della prima metà del Novecento, storico e poeta nonché esponente di un liberalismo di destra di stampo cavouriano, Bortolo Belotti (1877-1944) fu Sottosegretario al Tesoro nel primo governo Nitti e Ministro dell’Industria e Commercio nel governo guidato dal socialriformista Bonomi. Inviso al fascismo ed estromesso dalla contesa politica, dovette lasciare i ruoli in precedenza ricoperti; subì una serie di perquisizioni culminate il 27 ottobre 1930 con l’arresto, la detenzione nel carcere milanese di San Vittore e la successiva condanna al confino di polizia a Cava de’ Tirreni. Nei giorni di prigionia compose il dramma I Personaggi, nel quale, attraverso l’usato repertorio della commedia borghese e del triangolo adulterino, Belotti intese dissimulare la propria vicenda con traslati e allegorie, trasformando in dramatis personae, oltre che i farseschi protagonisti della politica coeva, i tradimenti e le menzogne che avevano indotto il regime a comminare la pena del confino. Una commedia «assai fosca e triste» la definì l’autore; con essa, orgogliosamente, protestò a sé stesso e al lettore l’incapacità di accettare l’ipocrisia e la protervia su cui andavano costruendosi i valori dello Stato fascista. Esule dopo l’8 settembre 1943, Bortolo Belotti terminò i suoi giorni il 24 luglio 1944 a Sonvico, presso Lugano, dove era riparato dopo l’occupazione nazi-fascista; a ottant’anni dalla morte è parso opportuno ricordare l’opera e l’eredità morale dell’intellettuale brembano attraverso il suo unico lavoro teatrale qui edito per la prima volta.