Prefazione
Il presente contributo propone al lettore un affascinante viaggio nel mondo della musica spagnola popolaresca per voce e chitarra, mediante lo studio di un manoscritto musicale autografo di Johann Simon Mayr (Mendorf-Baviera 1763 – Bergamo 1845) che contiene tiranas, boleras, seguidillas e che risale presumibilmente al primo ventennio dell’Ottocento.
Esso fa parte della ricca raccolta libraria del musicista bavarese che la Biblioteca Civica di Bergamo ha acquisito a più riprese dal 1841 agli inizi del Novecento. Si tratta di materiale bibliografico assai articolato poiché, accanto alla musica notata manoscritta e a stampa, vi troviamo monografie sulla teoria e storia della musica, dizionari, periodici musicali, biografie, carteggi di musicisti per un arco cronologico che va dagli inizi del Cinquecento agli anni Trenta dell’Ottocento. Vi compaiono anche rarità bibliografiche.
Questa varietà rispecchia pienamente la molteplicità di interessi musicali di Mayr il quale, oltre a lasciarci ampia testimonianza della sua produzione in campo operistico, liturgico, paraliturgico, strumentale e in quello della musica celebrativa di circostanza, ci ha consegnato anche molta musica di altri compositori copiata di proprio pugno o acquisita nelle numerose edizioni a stampa di cui si procurava gli esemplari per lo studio e ad arricchimento della propria biblioteca.
Fra tutto questo materiale si trovano anche trascrizioni o edizioni di musiche popolari per voce e strumento: oltre alle composizioni oggetto di questo studio vi possiamo rintracciare anche le canzoni russe, i Ranz de vaches e Canzoni nazionali svizzere, le musiche tradizionali portoghesi e greche. Mayr, nei suoi scritti, si sofferma inoltre su alcuni compositori del territorio bergamasco che si sono dedicati al liuto o alla chitarra: Giovanni Antonio Terzi, Lodovico Antonio Roncalli e Ferdinando Carulli. Aveva anche relazioni con chitarristi come il ferrarese Luigi Legnani.
Questo interesse da parte di Mayr si inserisce in un contesto più generale di attenzione nei confronti di un repertorio che, fra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento, vedeva il moltiplicarsi
di iniziative editoriali, compositori ed esecutori che si preoccupavano di confezionare delle specifiche raccolte, autori di musica ‘colta’ che prevedevano l’inserimento stilizzato di queste danze popolari spagnole in composizioni di vasto respiro, come è il caso di Beethoven, Mercadante e, poco più tardi, Verdi.
Nel caso specifico delle danze spagnole per chitarra, Ella Nagy ben sottolinea il contesto di rinnovato interesse per lo strumento a corde che non solo visse una trasformazione che dalla chitarra barocca approderà a quella moderna a sei corde, ma pure, e progressivamente, si affrancò da un ruolo di solo strumento d’accompagnamento a quello di strumento solista, determinando la fioritura di importanti famiglie nel campo della liuteria, come la bergamasca Rovetta.
Del manoscritto mayriano con le danze spagnole si sottolinea la rilevanza come testimone della diffusione in Italia di questo repertorio che nasce all’interno di forme più ampie di spettacolo teatrale.
Ricca e circostanziata la ricerca che l’autrice compie sulle fonti disponibili ai tempi di Mayr, in relazione ad un tipo di repertorio che, per sua natura, era soggetto a continue trasformazioni dovute a testi tramandati con musiche differenti o, al contrario, a musiche uguali per testi diversi, per titoli assegnati a posteriori dai compilatori delle raccolte e per le innumerevoli varianti che si evidenziano da una fonte all’altra. Il manoscritto del musicista bavarese viene qui analizzato in maniera approfondita e ne viene fornita una rigorosa trascrizione critica.
In particolare si sottolineano le caratteristiche formali di tiranas, boleras e seguidillas, si evidenziano i problemi di trascrizione per il non sempre perfetto allineamento fra parte vocale e strumentale, si esplicitano i criteri di edizione orientati, in generale, ad una modernizzazione degli aspetti ortografici e dei segni musicali dando costantemente conto in apparato delle scelte effettuate. I venti testi poetici contenuti nel manoscritto sono riportati in versi nella lingua originale e ne viene fornita la traduzione in italiano a latere. Per ogni composizione vengono indicate le fonti di riferimento, la scheda analitica con la struttura formale e le eventuali risorse online per poter ascoltare una versione tratta da fonte concordante. Ricca la bibliografia di riferimento.
È infine opportuno segnalare come la presente ricerca sia stata resa possibile dalla «Borsa di studio avv. Alessandro Cicolari», ai cui eredi è doveroso porgere un sentito ringraziamento; la loro generosità e liberalità consentono ormai da molti anni a giovani studiose e studiosi, capaci e meritevoli, di compiere approfondimenti significativi in vari ambiti culturali a beneficio della comunità scientifica e degli appassionati.
Marcello Eynard
Per l’acquisto del volume, € : info@archiviobergamasco.it